17 maggio 2016

Intervista a Valentina Lippi Bruni (Intervista)

Buongiorno a tutti, quest'oggi è una giornata un speciale per l'autrice che ci è venuta a trovare nel nostro salotto, vi starete chiedendo perchè, vi svelo un segreto, oggi è il suo compleannooooo e noi abbiamo deciso di farle l'intervista proprio questo giorno per poterle augurare un mega BUON COMPLEANNO, ed ora iniziamo con le domande.


  • Ciao Vale e grazie per aver accettato l'invito in questo modesto salotto... Prima di parlare del tuo ultimo romanzo, vorrei chiederti: Chi è Valentina?

Prima di rispondere a questa domanda che sembra semplice ma non lo è, vorrei ringraziarti per aver pensato a questa intervista. Con molto piacere e il massimo della trasparenza cercherò di rispondere alla tue domande.
Mi chiedi chi è Valentina... Su due piedi ti confesso che non so proprio come risponderti. Più semplice sarebbe dirti che ho 41 anni, che vivo a Imola e che la mia vera occupazione non è fare la scrittrice (parola grossa) ma l'imprenditrice. 
Con mio marito, parecchi anni fa, ho aperto un'azienda che lavora nel settore dell'elettronica industriale e con tantissimi sacrifici l'abbiamo portata avanti per anni e fortunatamente l'attività prosegue.
Purtroppo, come tu ben sai, da qualche mese mio marito Silvio non c'è più. Da questo nasce la mia difficoltà nello spiegare chi è Valentina. Ho conosciuto mio marito all'età di 15 anni in una corsia d'ospedale, perché soffriva della stessa malattia di mia madre. Da quel lontano dicembre del 1990 non ci siamo più separati fino al 1 settembre dell'anno scorso. Quel giorno lui se n'è andato e credo che con lui se ne sia andata anche una parte di me. Solo qualche mese fa, ti avrei risposto che Valentina è una donna combattiva, sognatrice, che crede nella vita e nella possibilità di rialzarsi sempre, qualunque cosa accada. Oggi, invece, Valentina è donna che ricomincia da capo alla ricerca di quello spirito battagliero con il quale pensava un tempo di affrontare ogni cosa, anche le peggiori.  E' una donna che ha fede, che si commuove facilmente, che ama il contatto con la gente e che pur non essendo serena come un tempo, non ha rinunciato alla sua passione più grande, la scrittura.
  • Sei riuscita a farmi commuovere, perchè dalle tue risposte traspare tutto quello che hai dentro, tutto quello che sei, e nel tuo giorno mi sento di augurarti giorni sereni, consapevoli che tutto ciò che la vita ci dona è un di più, perchè è quando la vita ci toglie, che dobbiamo dimostrare chi realmente siamo, e so per certo che supererai alla grande anche questa prova, ne sono certa. Una delle dimostrazioni di come il cammino della vita muta la sua corsa è il caso di Tertium decimus, il tredicesimo apostolo, il tuo ultimo libro, nato come e book e poi diventato un libro cartaceo grazie ad una petizione. Cosa è cambiato dall'edizione digitale a quella cartacea?
L'uscita del romanzo in digitale è stato un modo, per l'editore, di testare l'impatto che questa storia così fuori dal comune poteva avere sui lettori.
Fortunatamente, come desideravo, Tertivs Decimvs ha toccato il cuore di molte persone. E' nata una petizione e anche un gruppo su facebook nell'intento di convincere l'editore a pubblicare l'edizione cartacea e alla fine è stato così. Le vendite molto buone dell'ebook e le richieste accorate dei lettori hanno permesso a Tertivs Decimvs di diventare un libro a tutti gli effetti. Visto le recensioni positive e il poco tempo a disposizione prima dell'uscita programmata, non ho eseguito revisioni, la stessa versione pubblicata in digitale è stata stampata.
  • Io ho avuto l'onore di leggere il tuo splendido romanzo! E come ben sai tra le pagine ci sono stati momenti ricchi d emozione, momenti in cui a prevalere sono stati gli insegnamenti e momenti in cui ho goduto della lettura in modo "tranquillo", ma dal principio è stata una la  domanda che ero sicura di doverti porre, in che modo è nata l'idea di intingere la penna nel dogma della fede?
Penso che qualsiasi argomento si tratti e qualunque cosa scriviamo, sia influenzata da quello siamo, dalle nostre idee e dai nostri pensieri.
Anche se raccontiamo qualcosa che non è mai accaduto, condendo il tutto con tanta fantasia.
Come ti ho detto sono una donna che crede in Dio, anche se il mio concetto di fede è un po' diverso da quello che di solito ci insegnano a catechismo. Ho trasportato nella storia di Pietro, il protagonista, ciò che fin da bambina ho sempre desiderato: avere la possibilità di incontrare Gesù. Forse molti di noi l'hanno pensato. Siamo esseri umani e quante volte pur amando tantissimo la figura di Cristo, avremmo voluto chiedergli il motivo per cui ci accadono certe cose nella vita. Quante volte, forse, a me è capitato, non abbiamo trovato da soli la consolazione di cui avevamo bisogno. Per questo motivo e per molti altri che penso si evincano leggendo la storia, ho voluto trasportare un ragazzo dei giorni nostri,  che in fondo potrebbe essere ognuno di noi, al tempo di Cristo.
Parlare di fede è sempre un'arma a doppio taglio, ma credo di averlo fatto con la giusta leggerezza di un romanzo che è diventato anche un giallo, un libro di avventura, ma il quale ha un'unica ambizione, far riflettere un pochino e soprattutto lasciare qualcosa di buono nel cuore di chi l'ha letto.
  • Non hai mai pensato che i lettori, sfogliando il romanzo ed intravedendo un barlume di religione potessero non acquistarlo o quantomeno leggerlo con un po' di titubanza?
Riagganciandomi alla domanda di prima, parlare di fede non è affatto facile e comporta anche questo rischio.C'è però modo e modo per farlo. 
Tertivs Decimvs non è un libro solo per credenti, è un libro per tutti. E' un'avventura, un thriller e forse anche una storia d'amore.
Penso si possa leggere sotto diverse prospettive, ovviamente dipende da chi la legge. Sarà il lettore a decretare che tipo di romanzo pensa di aver letto.
Di certo oggi non è facile farsi spazio tra le sfumature di grigio,
i vampiri, gli alieni affascinanti e i serial killer della peggior specie. Posso contare solo sulla forza delle emozioni che ho tentato di trasmettere.
  • Un prescelto, Pietro... come sono nati i personaggi? E perché la scelta di un abbandono e di tre gemelli?
Un personaggio così particolare come Pietro, senza rivelare tanto e non togliere il gusto della lettura, non poteva in nessun modo avere un'origine definita. Lui e i suoi fratelli rappresentano un po' dei nuovi discepoli di questo tempo. Per portare avanti la missione di Pietro, ci volevano per forza delle persone a lui legate profondamente e il rapporto dei gemelli, nonostante la loro separazione, era quello che serviva alla storia.
Non ricordo come è nato Pietro, so che l'ho creato strada facendo. Pietro più di tutti, ma anche gli altri personaggi, si sono formati nella mia mente, come una figura che prende vita pian piano sotto le mani di uno scultore.
  • Suor Bernarda, la donna, la suora che salva i tre pargoletti, chi rappresenta nella tua vita reale, chi può essere la tua Bernarda?
Io ho avuto una mamma straordinaria. Anche lei, come Silvio, mi ha lasciata.
La mia suor Bernarda è lei, mamma Daniela, così saggia, così tenera, così tenace e soprattutto devota.
Suor Bernarda però, possono anche essere tante donne come me: donne che non hanno avuto la possibilità di essere madri, ma che se si sono sentite tali.
  • Grazie ancora per la tua sensibilità alle domande, e per la tua genuinità. Mi piacerebbe cambiare argomento, non perché non ci siano altre cose da chiedere sul romanzo ma perché  non possiamo dire troppo, giusto? Ebbene, parliamo ora di un altro tuo scritto risalente a qualche anno fa, che ha trovato anche un posto nel piccolo schermo, ti va di parlarci de "il soffio dell'anima" e di come è arrivato nelle case degli italiani?
Questa è una lunghissima storia, posso solo dirti che ho scritto il romanzo quando ero molto giovane.
Volevo raccontare il mio incontro con Silvio, di come mi aveva insegnato a lottare e a credere nella vita.
A non abbattersi davanti alle difficoltà, anche le più difficili. Nonostante la dialisi, lui amava le arti marziali e aveva creato una sua disciplina chiamata Il Soffio dell'Anima.
Il sottotitolo è: l'arte di combattere e di amare. Combattere nel vero senso della parola, ma anche per sé stessi. Combattere perché a volte si smette di credere nell'amore oppure temiamo di non poter essere riamati solo perchè ci sentiamo diversi.
La storia dei due protagonisti del libro, Alex e Luna, è diventata un esempio per molte persone e da questo è nato il progetto di farne un film.
Ho creato una casa di produzione per realizzarlo e con l'aiuto di una cordata di persone sincere e non del mestiere, che credevano in questo sogno collettivo, mi sono affidata a dei professionisti. Tante cose sono accadute in quel periodo, purtroppo anche molto spiacevoli che evito di raccontare. Alla fine, nonostante tutto, il film si è realizzato. Uscito al cinema nel 2009 con una piccola casa di distribuzione indipendente è poi andato in onda sulla Rai e su SKY.
Spesso le persone sincere e pure di cuore, quando si scontrano con certi mondi, ne rimangono scottate per tutta la vita e posso dire per esperienza che fa molto male.
Quello che adesso conta, nonostante le ferite, è aver lasciato alle persone qualcosa che ha fatto e potrà ancora fare del bene.

Il Soffio dell'Anima e soprattutto Tertivs Decimvs, sono il nostro riscatto dalla vita, perché alla fine il bene vince sempre.

Grazie per le risposte esaustive che ci hai concesso, per l'emozione che mi trasmetti ogni volta che ho l'opportunità di parlare e confrontarmi con te. Grazie per avermi concesso delle risposte che vanno al di là del libro, che parlano di te. ora chiedo io un regalo a te anche se il mio compleanno non è poi così vicino: vorrei poterti leggere  prestissimo, un caloroso abbraccio!

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